I colossi europei fanno peggio del previsto, con un ammanco di ben 8 miliardi di euro. E’ questo quello che emerge dall’inchiesta de Ilsole24ore che ha analizzato i risultati delle principali blue cheap del vecchio continente verificando che oltre il 60% delle aziende quotate nelle borse europee ha portati risultati inferiori al previsto.
Il problema, sarebbe, stando a quanto rivelato dal centro studi del primo quotidiano finanziario italiano, un insieme di fattori che hanno portato ad un contesto economico molto particolare. I principali indiziati sarebbero, infatti, il prezzo del petrolio e i tassi di interesse.
Ma ci pensano gli analisti di Uber a rincarare la dose, sostenendo che quello appena concluso è il trimestre con il divario più ampio, tra aziende in positivo e quelle in perdita, da 6 anni a questa parte. Secondo gli analisti della Banca un altro fattore che ha contribuito in maniera significativa a determinare questo contesto è stata la crisi dei paesi emergenti.
Questi, infatti, hanno penalizzato il settore dell’auto e quello dei beni di lusso che, proprio sui paesi emergenti, avevano puntato moltissimo per ampliare le vendite. Un discorso a parte si può fare per quel che riguarda i titoli del settore bancario, che stanno soffrendo la mancanza di redditività dovuta al crollo dei tassi di interesse. Cosa ci aspetta per il futuro? Secondo le dichiarazioni degli analisti che hanno diffuso i dati le prospettive non sono poi così cattive.
La riprese delle quotazioni delle commodities degli ultimi 2 mesi dovrebbe consentire allo scenario di cambiare radicalmente nel corso dell’anno. Già dal prossimo trimestre ci potrebbe essere una prima, significativa, inversione di tendenza che possa far tornare a sorridere le borse e gli investitori più accorti.