Sebbene entrambe le soluzioni siano caratterizzate da percentuali piuttosto basse, esistono pur sempre delle differenze sostanziali tra il tasso fisso e variabile. Il primo consente di pagare degli importi costanti per tutta la durata del finanziamento, fatto che si può rivelare vantaggioso per quel che riguarda i mutui a lungo termine (in quanto il tasso è quasi sicuramente destinato a salire in futuro); la seconda opzione è più vantaggiosa perché abbinata a percentuali ancora inferiori, ma presenta il rischio di eventuali rialzi anche nel breve o medio termine. È proprio su questi fattori che occorre riflettere al momento dell’attivazione di un mutuo, a seconda della priorità che si intende conferire alla scelta.
Il tasso fisso del Mutuo Domus, per i contratti stipulati prima del 30 settembre 2016, ammonta all’1,40%, mentre quello variabile è definito da uno spread a partire dall’1,15%. Avvalendosi di quest’ultima opzione, occorre considerare che l’Euribor, l’indicatore di riferimento per i prestiti a tasso variabile, è in questo momento negativo, per cui sia il TAN che il TAEG relativi a questa soluzione potranno essere allettanti. Una delle peculiarità più vantaggiose del Mutuo Domus consiste nel fatto che potrà essere adattato alle esigenze degli utenti, grazie ad un orientamento offerto da parte di Banca Intesa: ad esempio, i richiedenti più giovani potranno usufruire di apposite proposte costruite su misura per loro. Nel sito ufficiale dell’istituto si potrà inoltre calcolare l’ammontare della rata mensile del finanziamento. A disposizione dei contraenti è anche la protezione assicurativa di ProteggiMutuo Vita, la polizza facoltativa che consente di tutelarsi finanziarimente nell’evenienza di difficoltà nel ripagare le rate del prestito.