L’esito del referendum però, ha lasciato parecchi strascichi dietro di se. La Scozia e il nord Irlanda, ad esempio, hanno detto chiaramente di voler rimanere in Europa e di essere pronti ad indire un referendum per uscire dalla Gran Bretagna.
Va anche detto che per lasciare l’Unione Europea ci vorranno almeno un paio di anni perchè vanno ratificati i vari trattati in essere. Tuttavia il panico che si è scatenato sui mercati è un caso che passerà alla storia. Tokyo ha perso oltre l’8%, Piazza Affari e tutti gli altri listini europei perdono circa il 10%.
Messo sotto pressione, David Cameron, il primo ministro del Regno Unitoha dichiarato che si dimetterà ad ottobre. Un segno di rispetto dovuto alla sconfitta referendaria. Per chi investe in borsa, invece, gli occhi sono puntati, ovviamente, sulla sterlina che sta accusando un’ondata di ribassi senza precedenti.
Sicuramente la moneta inglese sarà messa a dura prova nel giro di qualche giorno, ma è probabile che sul medio periodo tutto torni come prima. Va ricordato, infatti, che la Gran Bretagna è sempre stata con un piede dentro e uno fuori dall’Europa, visto che non aderisce alla moneta unica e nemmeno a molti trattati come quello dello shenghen.
Insomma la sorpresa è stata forte (anche se i rialzi di ieri in borsa sono apparsi davvero troppo ottimisti) e i crolli sui mercati diffusi su tutti i livelli e su tutti gli asset: i listini sono crollati con perdite oltre il 10%, mentre i beni rifugio (oro e derivati sui titoli di Stato Usa) stanno correndo come non si vedeva da tempo. Non è basto nemmeno l’intervento della Bce e quello straordinario della Banca centrale svizzera per calmare le acque. Per comprendere meglio la graivtà delle cose basti pensare che è intervenuto anche il governatore della Bank of England Mark Carney, che annuncia possibili misure addizionali in misura “importante”.