Con il voto del referendum di domenica 4 Dicembre e la vittoria del No, dopo le dimissioni presentate dal Premier Renzi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i mercati sono subito andati in forte perdita.
Se Piazza Affari è riuscita a riprendersi soprattutto sulla scia di New York, che continua a registrare nuovi record ed a trainare le Borse europee, il settore bancario continua a perdere e sembra non trovare pace da un anno a questa parte.
BORSA ITALIANA: I TITOLI BANCARI CROLLANO
Tra i titoli che hanno chiuso peggio la giornata di oggi ci sono BPM con -7,91%, Banco Popolare con -7,44% e MPS che ha perso il 4,21%.
A pesare maggiormente su questi istituti è l’incertezza governativa di questi giorni, soprattutto in questo momento dove erano in programma importanti riforme, soprattutto per quanto riguarda le banche popolari ed il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena.
Ma l’incertezza governativa pesa su tutto il comprato, con Unicredit che cede il 3,35%, Intesa Sanpaolo l’1,03% e Fineco Bank il 2,50%.
RIFORME BANCARIE CON NUOVO GOVERNO?
Purtroppo questo clima dovrebbe andare avanti fino alla decisione del Presidente Mattarella, che dovrà decidere nel più breve tempo possibile se andare ad elezioni oppure no.
I problemi delle banche sono sempre gli stessi, ormai da troppo tempo ignorati, come l’enorme monte dei crediti inesigibili che continua a pesare come un macigno sui bilanci degli istituti di credito.
In questo caso sarebbe ben visto dai mercati e dalle banche stesse un Governo di transizione guidato dal Ministro dell’Economia Padoan, che potrebbe mettere in cima all’ordine del giorno proprio le tanto attese riforme del sistema bancario.
Invece altre soluzioni potrebbero non essere viste di buon occhio, come per esempio una coalizione di Governo o elezioni a breve termine, ipotesi che sembrano essere più difficili sentendo gli esperti.
QUOTAZIONI AZIONI TITOLI BANCARI, INVERNO CALDO?
Certo è che si prospetta un inverno d’incertezza per i titoli bancari, e l’ipotesi più realista vede le riforme del settore slittare almeno alla primavera del 2017 o oltre, aspetto che sicuramente creerebbe delle grosse difficoltà soprattutto agli istituti più in crisi, come MPS e le banche popolari.
Per il momento si naviga a vista e non sono da escludere aumenti di capitale dovuti per esempio ai recessi degli azionisti, in particolare per BPM e Banco Popolare.
Il futuro dei titoli bancari appare molto incerto, ma il presente è forse ancora peggiore.