In arrivo la scadenza più temuta dagli italiani, quella di venerdì 16 dicembre che metterà la parola fine ai pagamenti TASI, IMU e TARI. Si tratta delle tre componenti della nuova IUC, l’Imposta Unica Comunale, che comprende le tasse sugli immobili e sui servizi comunali.
Per alcuni queste tasse sono state già pagate il 16 giugno, mentre la maggior parte degli italiani che hanno versato soltanto l’acconto dovranno provvedere al saldo, con la paura di vedere andare in fumo la tanto attesa tredicesima.
Tanto sono cambiate negli ultimi anni queste tasse, sia nel nome che nei criteri per il calcolo e nelle esenzioni, diverse quasi ogni anno con una gran confusione sia per i cittadini che per gli addetti ai lavori, come commercialisti e caf.
Le odiate tasse sugli immobili e sui servizi come i rifiuti, andranno pagate improrogabilmente entro il 16 dicembre, pena la maturazione di interessi e more. Ma come si calcolano?
SCADENZE 16 DICEMBRE: CALCOLO DELLE TASSE SULLA CASA E SUI SERVIZI, LA GIUNGLA DELLE ALIQUOTE E DELLE ESENZIONI
Come si calcolano IMU, TASI e TARI? L’IMU è la tassa sul possesso di immobili, che non è dovuta per l’abitazione principale a meno che non sia considerata di lusso.
Per il calcolo è necessario partire dalla rendita catastale, rivalutarla del 5%, moltiplicarla per il coefficiente del proprio tipo di immobile e moltiplicare di nuovo per l’aliquota applicata dal proprio comune di appartenenza. L’aliquota base è del 7,6 per mille, ed i comuni possono aumentarla fino allo 0,3%.
La TASI è la tassa sui servizi indivisibili, come l’illuminazione, la pulizia delle strade e la cura delle aree verdi, ed anche questa non è dovuta sulle abitazioni principali né sui terreni agricoli.
Il calcolo si effettua sempre partendo dalla rendita catastale con la rivalutazione del 5%, moltiplicando per il coefficiente del proprio immobile e per l’aliquota applicata dal proprio comune, partendo da una base dell’1 per mille e arrivando massimo al 10 per mille.
la TARI invece è la tassa sui rifiuti che devono pagare tutti i possessori di abitazioni, fabbricati e terreni agricoli, in base alla superficie, al tipo di uso dell’immobile se residente, non residente o non domestico, al periodo di utilizzo ed alle tariffe fisse e variabili applicate dai comuni, più l’addizionale provinciale del 5%.
Le esenzioni sono previste solamente per le aree condominiali e le aree come cantine, terrazze, sottotetti e balconi. Ogni comune poi può decidere su altre tipologie di esenzione come le aree verdi, gli immobili in ristrutturazione, le strutture sanitarie private e pubbliche o gli impianti sportivi.
Facile no?