Gli ex dipendenti di enti pubblici che hanno bisogno di un finanziamento possono prendere in considerazione anche i prestiti per pensionati Inpdap: l’Inps continua ad erogare i finanziamenti che fino al 202 venivano concessi dall’istituto nazionale per la previdenza e l’assistenza dei dipendente dell’amministrazione pubblica, quindi non sarebbe una cattiva idea vedere quali sono le caratteristiche di questi servizi e quali sono i requisiti per potervi accedere.
I requisiti per richiedere i prestiti per pensionati
La Gestione Dipendenti Pubblici dell’Inps offre tre diversi tipi di finanziamento: i piccoli prestiti, i prestiti pluriennali diretti e i prestiti pluriennali garantiti; solo i primi due però possono essere inseriti nella categoria dei prestiti per pensionati Inpdadp, visto che i finanziamenti garantiti possono essere richiesti solo dai dipendenti ancora in servizio. I pensionati che possono accedere ai prestiti Inpdap sono degli ex dipendenti di enti pubblici (amministrazioni statali o enti locali) che sono regolarmente iscritti al Fondo credito a cui versano, tramite trattenuta sulla pensione, un’aliquota pari allo 0,15%.
Piccoli prestiti
I piccoli prestiti per pensionati Inpdap permettono di ottenere importi pari a 1, 2, 3 o 4 mensilità di pensione da rimborsare rispettivamente in 12, 24, 36 o 48 mesi; se il richiedente non ha altre trattenute sulla propria pensione può anche richiedere la doppia mensilità (arrivando quindi ad un importo massimo pari a 8 mensilità per i prestiti quadriennali). Il rimborso avviene con trattenuta sulla pensione; sulle somme erogate vengono applicati il tasso di interesse del 4,25%, l’aliquota per le spese di amministrazione (0,50%) e quella per il premio fondo rischi, il cui ammontare dipende dalla durata del finanziamento e dall’età del richiedente. I pensionati possono richiedere il piccolo prestito Inpdap sfruttando i servizi online del portale dell’Inps oppure, se non sono dotati del Pin necessario, possono rivolgersi ad un patronato.
Prestiti pluriennali diretti per pensionati
I prestiti pluriennali per pensionati sono dei finanziamenti della durata di cinque o dieci anni che vengono concessi dall’ente previdenziale solo per le finalità che sono previste dal Regolamento (ad esempio acquisto o ristrutturazione della casa, matrimonio e così via): la presentazione della domanda deve essere effettuata entro un anno dal verificarsi dell’evento o dalla relativa documentazione di spesa. La rata mensile (detta anche quota cedibile) deve essere inferiore al 20% della pensione; anche in questo caso il rimborso avviene tramite trattenuta sull’assegno mensile. Il tasso di interesse è pari al 3,50%, ma bisogna considerare anche le solite aliquote per le spese di amministrazione e per il premio fondo rischi. La richiesta di prestito (a cui bisogna allegare la documentazione relativa allo stato di bisogno e alle relative spese e un certificato medico di sana costituzione rilasciato da non più di 45 giorni) può essere inviata solamente sfruttando il canale telematico.
I prestiti con pensione di reversibilità
Moltissimi italiani sono titolari di una pensione di reversibilità a volte in aggiunta ad altri trattamenti pensionistici di varia natura. È possibile richiedere un prestito con questo tipo di pensione? Si possono cumulare più pensioni ai fini del calcolo della trattenuta? Quali pensioni vengono accettate per i prestiti tramite cessione del quinto? Facciamo chiarezza, grazie alle informazioni tratte da questa guida che parla dei prestiti per pensionati.
Che cos’è la pensione di reversibilità?
La pensione di reversibilità è anche chiamata la pensione riservata ai “superstiti” o pensione indiretta, cioè alle persone che rimangono in vita dopo la morte di un lavoratore con il quale si aveva un rapporto di parentela di primo grado.
La pensione di reversibilità può essere richiesta da:
- Coniuge
- Figli
- Nipoti
- Fratelli e sorelle
Il coniuge del defunto può richiedere la pensione di reversibilità anche se separato o divorziato o titolare di ulteriori trattamenti pensionistici. I figli invece possono usufruire della pensione indiretta se minorenni, studenti universitari con un’età inferiore ai 26 anni, invalidi o se precedentemente a carico del lavoratore defunto.
I nipoti possono usufruire della pensione di reversibilità se minorenni e a carico del defunto, anche se non affidati ufficialmente. Infine anche i fratelli e sorelle del defunto possono accedervi se inabili, celibi o nubili, e solo se non titolari di trattamenti pensionistici di alcun genere.
Gli importi della pensione di reversibilità variano in base a diversi fattori tra cui anche il reddito Irpef. In particolare viene riconosciuto il 60% al coniuge, il 70% al figlio, l’80% al coniuge con uno o più figli a carico o il 100% se con più di tre figli a carico ed il 15% agli altri parenti.
La pensione di reversibilità cessa di essere erogata se il coniuge si risposa o al compimento dei 26 anni d’età del figlio.
Come ottenere prestiti con la pensione di reversibilità
Dal 2010 i titolari di trattamenti pensionistici di reversibilità possono accedere a prestiti personali e cessioni del quinto, oppure ai prestiti Inpdap se il lavoratore defunto risultava iscritto alla Gestione unitaria delle prestazioni sociali e creditizie. Inoltre, in caso si percepiscano ulteriori assegni pensionistici come pensioni di vecchiaia o d’anzianità è possibile cumularle ai fini del calcolo della rata mensile massima e della trattenuta.
Con la pensione di reversibilità si possono richiedere prestiti personali con un’età massima di 70 anni da non superare al termine del rimborso del prestito, finalizzati o non, a tasso fisso, sia online che in filiale.
Si possono richiedere prestiti tramite la cessione del quinto vincolati alla cessione della quota cedibile fino ad un massimo del 20%, a tasso fisso, con l’obbligo di sottoscrivere un’assicurazione sulla vita e con un’età massima di 85 anni. I prestiti tramite cessione del quinto possono essere richiesti anche se pignorati, protestati o segnalati ai Crif per mancati pagamenti. Il pagamento delle rate avviene tramite trattenuta diretta sulla pensione di reversibilità.
Infine, è possibile richiedere prestiti Inpdap a condizioni agevolate, purché il lavoratore defunto fosse stato iscritto alla Gestione unitaria delle prestazioni sociali e creditizie e fino ad un’età massima di 90 anni. Con la pensione di reversibilità si possono richiedere piccoli prestiti Inpdap fino ad 8 mensilità rimborsabili in 48 mesi, con un TAN del 4,25% più lo 0,5% per le spese d’amministrazione dell’Inps ed un contributo al Fondo Rischi. Oppure si possono richiedere prestiti pluriennali diretti rimborsabili in 60 o 120 mesi, con un TAN del 3,5% più lo 0,5% per le spese amministrative ed il contributo al Fondo Rischi.
In conlcusione, i titolari di pensioni di reversibilità possono accedere a prestiti e finanziamenti sia personali che cessioni del quinto e prestiti Inpdap, nei limiti della quota cedibile pari al 20% della pensione. Inoltre ai fini del calcolo della rata mensile e della quota cedibile è possibile cumulare ulteriori trattamenti pensionistici, come pensioni di vecchiaia o d’anzianità percepite.