Quando una persona non paga i suoi debiti con l’erario può andare incontro a spiacevoli conseguenze: l’ente che si occupa della riscossione invia la cartella esattoriale e se entro due mesi il debitore non provvede a sanare la sua posizione possono scattare dei provvedimenti; prima di passare al pignoramento dei beni del debitore ci possono essere altre azioni cautelari come il blocco amministrativo dell’auto. Vediamo di cosa si tratta, in cosa consiste e in quali casi si effettua.
In cosa consiste il blocco amministrativo auto
Nel caso di un mancato pagamento di tasse, multe o tributi l’ente che si occupa della riscossione invia la cartella esattoriale; il contribuente ha sessanta giorni di tempo per saldare il suo debito, ma se non adempie al suo obbligo l’ente può passare ai fatti. Può procedere direttamente con il pignoramento dei beni del debitore, ma in alcuni casi può decidere di intraprendere azioni cautelari con l’obiettivo di mettere pressione a contribuente e spingerlo a pagare quanto dovuto. Una delle tipiche azioni cautelari è il blocco amministrativo dell’auto (che può scattare in caso di mancato pagamento del bollo auto e delle cartelle esattoriali). Il provvedimento di fermo viene iscritto nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA) e di fatto il proprietario dell’auto non la può utilizzare per circolare (non può neanche venderla).
Prima del blocco però l’Agenzia delle Entrate Riscossione deve avvisare il debitore del provvedimento a suo carico: da questo momento il contribuente ha tenta giorni di tempo per mettersi in regola; se non lo fa scatta il blocco dei veicoli intestati al debitore, che ha comunque trenta giorni di tempo per dimostrare che la macchina è necessaria per lo svolgimento della sua attività lavorativa (in questo caso non c’è l’annotazione del provvedimento nel PRA). Sul preavviso inviato dall’agenzia di riscossione sono indicati l’importo dovuto, la natura del debito e l’anno in cui questo è stato contratto.
Conseguenze del blocco e cancellazione del provvedimento
La conseguenze del blocco amministrativo dell’auto è facilmente intuibile: finché non ha saldato il debito il debitore non può disporre del mezzo, quindi non può circolare (altrimenti viene multato), non può demolire l’auto o portarla all’estero. Anche gli eventuali acquirenti della macchina sottoposta al blocco amministrativo non potranno circolare su strade e autostrade italiane. Se nonostante il fermo il debitore continua a non pagare, l’auto in blocco viene venduta in modo tale che l’agenzia di riscossione possa recuperare il credito.
Il blocco amministrativo dell’auto può essere cancellato dopo il pagamento della cartella esattoriale. Dopo aver saldato il debito bisogna recarsi al PRA con i seguenti documenti:
- il provvedimento di revoca (originale emesso dall’ente di riscossione; vi sono riportatii dati del contribuente, i dati dell’automobile e l’importo del debito saldato;
- il certificato di proprietà del mezzo (se non si disponde di questo documento bisogna procurarsi il modello NP-3).
Per cancellare il blocco amministrativo bisogna pagare l’imposta di bollo, che ammonta a 32 euro se si dispone del certificato di proprietà o a 48 euro se si presenta il modello NP-3.