Per mantenere costante il potere di acquisto della persona che lo riceve, l’importo dell’assegno di mantenimento deve essere rivalutato ogni anno: vediamo come si deve fare il calcolo della rivalutazione ISTAT dell’assegno di mantenimento. Ecco tutti i consigli utili per adattare l’importo dell’assegno al costo medio della vita.
Come fare il calcolo della rivalutazione ISTAT dell’assegno mantenimento
La legge sul divorzio prevede che l’assegno di mantenimento debba essere rivalutato ogni anno sulla base degli indici ISTAT (anche in caso di separazione). L’adeguamento automatico va fatto sempre, a prescindere da eventuali accordi tra i coniugi. Per fare il calcolo della rivalutazione ISTAT dell’assegno di mantenimento bisogna usare come riferimento l’indice dei prezzi al consumo delle famiglie di operai ed impiegati (noto anche come FOI), al netto dei tabacchi. Questo parametro viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
La rivalutazione va fatta mettendo a confronto l’indice pubblicato dall’ISTAT con quello relativo al mese in cui è stato fatto il primo pagamento dell’anno precedente. Ad esempio, se il giudice stabilisce che l’assegno deve essere pagato a partire dal primo aprile 2020, l’assegno andrà rivalutato prendendo come parametro l’ultimo indice FOI pubblicato prima del primo aprile 2021; questa nuova quota costituirà la base per la rivalutazione che sarà effettuata il primo parile dell’anno successivo e così via di anno in anno.
Consigli utili per un calcolo più rapido
Un consiglio per poter fare il calcolo in modo più rapido: si può utilizzare Rivaluta, lo strumento messo a disposizione direttamente dall’ISTAT sul suo sito. Questo tool online permette di calcolare le rivalutazioni monetarie in base all’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. È sufficiente inserire il mese di riferimento, il mese di ricalcolo e l’importo da rivalutare per ottenere all’istante il coefficiente e la somma aggiornata.
Cosa accade in caso di indice ISTAT negativo e di omessa rivalutazione
Ma cosa succede nel caso in cui il costo della vita diminuisce? In questo caso l’assegno di mantenimento non deve essere rivalutato, ma rimane dello stesso importo. Le norme infatti prevedono che non è possibile ridurre il contributo di mantenimento stabilito dalla sentenza. Si può ritoccare verso il basso l’importo dell’assegno solo se negli anni seguenti, pur applicando un indice ISTAT negativo, la somma rimane comunque più alta di quella stabilita dal giudice.
Ma cerchiamo di capire cosa rischia chi non adegua l’assegno di mantenimento all’indice ISTAT. L’omessa rivalutazione del contributo a favore del coniuge e dei figli in caso di separazione o di divorzio dà la possibilità ai beneficiari di richieder gli arretrati e gli interessi maturati sulle somme non versate entro i limiti rappresentati dai cinque anni della prescrizione. Il beneficiario che richiede gli arretrati deve innanzi tutto predisporre un atto di precetto, poi se l’ex coniuge non sistema le cose potrà rivolgersi ad un avvocato per avviare una procedura espropriativa davanti al giudice.