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Astaldi bond: sono davvero crollati? Cosa c’è da sapere su di essi?

attività

Astaldi è una realtà con alle spalle più di novanta anni di attività, e che con i suoi più di 11 mila dipendenti rientra a pieno titolo tra i primi 100 contractor nel settore delle costruzioni a livello mondiale. A partire dal 2018, però, si è susseguita una serie di vicende che hanno visto questa impresa navigare in cattive acque.  Molti stakeholders hanno avuto più di una preoccupazione riguardo i loro investimenti in Astaldi bond. Facciamo il punto della situazione Astaldi.

Astaldi S.p.A.: storia dell’attività

Come detto, Astaldi S.p.A. è un general contractor nonché promotore di iniziative in project finance. L’attività della multinazionale con sede a Roma si concentra nella progettazione, costruzione e gestione principalmente nel settore delle Infrastrutture di Trasporto, ma anche in quello relativo agli Impianti Idroelettrici e di Produzione Energetica, Impiantistica, Edilizia Civile e Industriale, e l’Operation and Maintenance. Oltre a importanti progetti portati avanti in Italia, l’Astaldi opera in Romania, Turchia, Russia,  Algeria, USA, Sud America, Canada, Polonia e Indonesia. Tra i progetti più di rilievo si menziona:

Ansaldi in borsa

L’entrata in Borsa di Astaldi risale al 2002. Il fatturato, nel 2016, ammontava a più di 3 miliardi di euro, mentre il portafoglio complessivo nello stesso anno a più di 27 miliardi di euro.
Astaldi S.p.A., nel 2018, è stata investita da una grave crisi finanziaria che, nel settembre dello stesso anno, ha portato una richiesta di accesso alla procedura del concordato preventivo “con riserva” da parte del Tribunale di Roma (ex art. 161 della Legge fallimentare).

Dopodiché, lo stesso Tribunale ha concesso un concordato in regime di continuità aziendale e ha nominato i commissari. A metà del 2019 è stato confermato l’investimento da parte della Salini Impregilo S.p.A., portando avanti il concordato in regime di continuità così come presentato al Tribunale di Roma. Quest’ultimo ha ammesso Astaldi alla procedura di concordato e convocato l’adunanza dei creditori per mettere ai voti la proposta di concordato. Successivamente, il Tribunale di Roma si è espresso in senso positivo circa la fattibilità generale del piano e della proposta concordataria.

Nei primi mesi del 2020, il debito di Astaldi S.p.A. ammontava a 3,5 miliardi di euro ed era detenuto per più della metà da banche creditrici, mentre i titolari dei bond con scadenza 2024 costituivano il 4%.  I detentori di obbligazioni con scadenza 2020, quindi, non hanno potuto fare altro che prendere atto del default dell’attività. A questi è stata proposta la soddisfazione del credito tramite:

Secondo gli esperti gli obbligazionisti devono realisticamente aspettarsi un recovery rate probabilmente inferiore al 20% del valore nominale delle obbligazioni (al contrario del 38% prospettato).  La perdita è stata quindi superiore al 90% del valore dei titoli, con una prospettiva di recupero che supera di poco il 15%. I detentori di queste obbligazioni si stanno infatti rivolgendo nelle competenti sedi per portare avanti cause ordinarie o ricorsi all’Arbitro per le Controversie Finanziarie in relazione alle responsabilità incorse in sede di vendita/post vendita, in particolare in riferimento agli  obblighi di diligenza cui gli intermediari finanziari sono tenuti a ottemperare.

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